mercoledì 2 novembre 2011

I LIBRI "DI MICHELANGELO IOSSA" PRIMA E DOPO LA CURA

Di Diego Del Pozzo

Evidentemente qualcuno deve aver suggerito all'ineffabile Michelangelo Iossa che forse era meglio eliminare dal proprio profilo Facebook quel post farlocco che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, con foto altrettanto farlocca dei "suoi" libri, poiché tra questi ne aveva inserito uno che "suo" non era affatto, cioè Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, a cura di Diego Del Pozzo (cioè io) e Vincenzo Esposito, edito da Liguori a inizio 2010.
Ebbene, con "soli" cinque (5!) giorni di ritardo e dopo un bel po' di proteste che hanno attraversato la Rete, Iossa ha deciso, finalmente, di rimuovere quel suo post incriminato e di sostituirlo con una versione corretta.
A futura memoria, comunque, ecco le due immagini dei libri "di Michelangelo Iossa" prima e dopo la cura (Rock Around the Screen è il penultimo libro).
Ps: Per la cronaca, in Rock Around the Screen Michelangelo Iossa ha pubblicato, su invito dei due curatori, un intervento sui Beatles lungo una decina di pagine (dalla 155 alla 165) su un totale di 260 pagine del libro. Magari, prima di definire "suo" questo volume, dunque, poteva pensarci meglio...

5 commenti:

  1. Secondo me avete rotto il cazzo in maniera poco signorile. Sono sicuro che Iossa fosse in buona fede. In fondo, al libro ha contribuito anche lui, e non ne ha mica falsificato la copertina scrivendoci sopra "Di Michelangelo Iossa".
    Secondo me hai fatto la figura della checca isterica.

    RispondiElimina
  2. Per il simpatico anonimo, il buon Diego non ha affatto rotto il cazzo, anzi, in questa Italia dove tutti i colpevoli restano impuniti, Lui ha combattuto in prima linea per difendere una sua opera e tutelarla chiedendo aiuto ai suoi contatti, riuscendo nello scopo di ricevere la meritata correzione.
    Perchè premiare chi non ha meriti?
    Saluti
    Marco M.

    RispondiElimina
  3. Anonimo, ma fammi il piacere! Iossa è talmente presuntuoso, narcisista e pieno di sè che sicuramente ha fatto tutto in malafede. A proposito, riferiscigli che è poco signorile fare finta di non vedere le persone che conosce pur di non concedere il suo "prestigioso" saluto.

    RispondiElimina
  4. Ma non potevate risolverla in privato?

    RispondiElimina
  5. Caro anonimo n.° 1,
    è strano sentirsi accusare di essere poco signorile da chi esordisce scrivendo che avrei "rotto il cazzo" (e a chi, poi?).
    Comunque, è ovvio che Iossa ha contribuito anche lui al libro, così come è ovvio che il suo saggio di dieci pagine sulle 260 totali del libro non gli dovrebbe consentire di attribuirsi l'intero lavoro sotto il titolo fuorviante "I libri di Michelangelo Iossa" (che, comunque, non ha ancora modificato). E, in ogni caso, la malafede del personaggio in questione è confermata da sue precedenti omissioni pubbliche del nome dei due curatori in altre occasioni nelle quali ha avuto modo di giovarsi della sua partecipazione al libro.
    All'anonimo n.° 3, invece, ci tengo a dire che il co-curatore Vincenzo Esposito aveva chiesto in privato a Iossa di rettificare quel post errato presente sul suo profilo Facebook e che, come risposta, era stato bellamente ignorato. Poi, evidentemente, la possibilità di potersi beccare una denuncia lo ha portato a più miti consigli.
    Di nuovo per il maleducato anonimo n.° 1: se Iossa fosse stato in buona fede, una volta contattato da noi ci avrebbe perlomeno mandato due righe per scusarsi. Invece, nulla...

    RispondiElimina