domenica 28 febbraio 2010

venerdì 26 febbraio 2010

CHRISTOPHER LEE E IL SUO CARLO MAGNO METAL

Di Diego Del Pozzo

L'ottantasettenne Christopher Lee, uno dei volti più noti e amati dell'horror cinematografico (soprattutto grazie alla sua indimenticabile versione hammeriana del conte Dracula), non smette di stupire e continua a mostrare una invidiabile vitalità artistica.
A metà marzo, infatti, l'attore londinese di origini italiane sarà nei negozi di dischi come protagonista di un originale album di metal sinfonico, intitolato Charlemagne: By the Sword and the Cross. Come si può facilmente intuire dal titolo, l'inusuale progetto è dedicato a Carlo Magno, del quale Sir Christopher si vanta di essere discendente diretto, attraverso la famiglia della mamma italiana, Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano.
"Per me è davvero affascinante - spiega Lee - che, giunto alla mia età, ci sia tanta gente che inizia a prendermi sul serio come cantante metal. Mi sembra, infatti, di aver scoperto che ho ancora cose nuove da fare. E, da parte mia, ho la netta sensazione che, quando uscirà, questo album avrà un impatto clamoroso".
In ogni caso, Christopher Lee non è certo un neofita dell'universo metal, poiché in passato ha già collaborato con gli italiani Rhapsody of Fire.

giovedì 25 febbraio 2010

UN MIRACOLO ROCK CHIAMATO "VALLEYS OF NEPTUNE"

Di Paolo Biamonte
(Ansa - 25 febbraio 2010)

E' un piccolo miracolo: Valleys of Neptune, la cui pubblicazione è prevista per il 5 marzo, è una raccolta di 12 registrazioni inedite di Jimi Hendrix, curate da Eddie Kramer, storico ingegnere del suono nonché uno dei collaboratori più fidati dell'artista fin dai tempi di Are you experienced?.James Marshall Hendrix è stato il più geniale chitarrista della storia. Jimi, che era un amante appassionato di fantascienza, ha attraversato l'universo della musica con l'esplosività di una creatura di luce di Philip Dick: dopo una dura gavetta, la sua carriera di star è durata poco più di quattro anni ma ha cambiato il mondo. Vittima di un contratto-capestro e di una gestione folle delle tournée, si è consumato in una vita di eccessi e di creatività bruciante fino a che il 18 settembre 1970, a 28 anni, è morto soffocato dal proprio vomito, mentre chi avrebbe dovuto soccorrerlo, dalla donna che dormiva con lui agli infermieri, ha commesso un'incredibile serie di irresponsabili stupidaggini.
Proprio per il disordine in cui annegava la sua carriera di genio, Hendrix è stato anche l'artista più saccheggiato della storia: da dopo la sua morte le sue registrazioni sono state pubblicate in ogni possibile forma, da quella accurata dell'imperdibile cofanetto Jimi Hendrix Experience Box Set ai bootleg dei concerti (tra i più belli di sempre quello al Winterland di San Francisco) fino alle sacrileghe registrazioni completate da altri musicisti. Uno scempio terminato da poco, da quando i familiari hanno fondato la Experience Hendrix LLC, di cui è CEO la sorella Janie, che ora gestisce l'eredità del "Voodoo Child". Per questo la pubblicazione di Valleys of Neptune è un piccolo miracolo. Che ci sia ancora del materiale inedito è una sorpresa e probabilmente dietro c'è Eddie Kramer, che si era portato via tutto il possibile. Alcuni dei pezzi sono registrati nel 1969 e sono gli ultimi incisi con Mitch Mitchell e Noel Redding, la storica Experience. Di lì a poco avrebbe chiamato Billy Cox al basso, un suo vecchio amico, poi Buddy Miles alla batteria, quindi avrebbe formato The Band of Gypsies, ma è noto che inseguiva il sogno di una musica orchestrale, sotto l'influenza di Gil Evans che avrebbe voluto incidere un disco con lui e Miles Davis, il quale rifiutò ma poi per l'ultima parte della sua carriera costrinse i chitarristi della sua band a suonare alla Hendrix.
Jimi era un genio del suono oltre che un virtuoso della chitarra: è stato il primo chitarrista ad andare oltre le possibilità del suo strumento, inventando diteggiature, effetti, pedali (il wha wha), nuovi magneti (era un consulente della Fender), tra i primissimi a utilizzare il feed back come uno strumento. L'inno americano suonato a Woodstock resta uno dei più potenti monumenti alla creatività rock della storia. Per lui lo studio di registrazione era un secondo strumento: in un'epoca in cui otto piste erano il massimo della tecnologia, realizzava sovra-incisioni e scavava nei pezzi come uno scienziato illuminato da una visione, sempre ben ancorato alle 12 battute del blues che lui conosceva come pochi altri. Per questo l'apertura dei suoi studi, gli Electric Lady nel Village di New York, era la realizzazione di un sogno. Che purtroppo durò pochi mesi. Ora queste 12 registrazioni richiamano l'attenzione sul suo metodo di lavoro e, ancora una volta, è persino difficile trovare le parole per giudicare un artista che viaggiava molto più avanti del suo tempo, che scavando nella musica nera, aveva scoperto la lingua del futuro. E che irrompe nel Ventunesimo secolo con la forza del mito.
Ecco una guida ai brani di Valleys of Neptune di Jimi Hendrix, registrati nel 1969, che testimoniano il periodo di passaggio dopo Electric Ladyland, quando Billy Cox era entrato negli Experience al posto di Noel Redding. Alcuni di questi titoli sono già conosciuti dai fan.
Stone Free: La registrazione originale del 1966 della prima formazione dei Jimi Hendrix Experience è conosciuta come una delle canzoni firmate da Jimi. Nel Jimi Hendrix Experience Box Set del 2000 è presente una versione rifatta dal gruppo originale. Hendrix, Mitch Mitchell e Billy Cox hanno registrato questa versione, diversa, nel maggio 1969;
Valleys of Neptune: Il brano è stato registrato nel settembre 1969 e nel maggio 1970. La versione con la band al completo non è mai stata pubblicata prima. Un estratto di un demo di questa canzone con Hendrix e la sola presenza di Mitchell alla batteria e del percussionista Juma Sultan è stato incluso nell'album Lifelines pubblicato dalla Reprise/Polydor e rimasto sul mercato solo fra il 1990 ed il 1992;
Bleeding Heart: la cover di un classico blues di Elmore James è completamente diversa da quelle apparse su South Saturn Delta e, originariamente, su War Heroes. La registrazione, effettuata nell'aprile 1969, non è mai stata pubblicata prima e vede protagonisti Jimi, Billy Cox ed il batterista Rocky Isaac;
Hear My Train A Comin': la versione elettrica e con la band al completo è diversa da quella famosa eseguita con la chitarra acustica a 12 corde che appariva nel documentario del 1973 Jimi Hendrix e nel relativo album Jimi Hendrix: Blues;
Mr. Bad Luck: Come Valleys Of Neptune, una versione diversa di questa canzone faceva parte di Lifelines del 1990. Jimi avrebbe poi sviluppato questo brano come Look Over Yonder poi pubblicato in South Saturn Delta;
Sunshine of Your Love: Il classico dei Cream, uno dei brani che il gruppo amava suonare dal vivo nel 1969 e che non è mai stato pubblicato prima;
Lover Man: Jimi ha registrato molte versioni di questa canzone, comprese quelle incluse nel Jimi Hendrix Box Set e in South Saturn Delta. Questa è una versione completamente diversa registrata nel febbraio 1969;
Ships Passing Through the Night: Brano mai pubblicato prima e preso dall'ultima session della formazione originale dei Jimi Hendrix Experience del 14 aprile 1969;
Fire e Red House: I due brani sono stati registrati dalla formazione originale degli Experience nella stessa session del febbraio 1969. Si tratta degli arrangiamenti che Jimi aveva dilatato per l'esecuzione sul palco, quindi non di takes alternativi rispetto alle registrazioni originali del 1967;
Lullaby For The Summer e Crying Blue Rain: Queste registrazioni dell'aprile 1969 della formazione originale dei Jimi Hendrix Experience non sono mai state pubblicate prima.
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Ps: Jimi Hendrix campeggia sulla copertina del nostro libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, che si presenta martedì pomeriggio presso il megastore La Feltrinelli - Libri e Musica di Napoli.

martedì 23 febbraio 2010

BOWIE JUNIOR PREMIATO AI BAFTA 2010

Di Diego Del Pozzo

Durante la cerimonia tenutasi nei giorni scorsi alla Royal Opera House di Londra, il trentottenne Duncan Zowie Jones, figlio di David Bowie e della sua prima moglie Angela, ha vinto il premio per il miglior esordio ai Bafta Awards, i prestigiosi riconoscimenti annuali della British Academy of Film and Television Arts che si svolgono dal 1947.
Duncan, che prima di finire sotto i riflettori come regista cinematografico era conosciuto dai fans come Zowie Bowie, ha ottenuto il riconoscimento per il suo film di fantascienza Moon. Al momento della premiazione, il regista ha detto: "Non credevo che sarei stato tanto emozionato. Ho avuto bisogno di molto tempo per capire che cosa volessi fare davvero nella vita. E penso che adesso finalmente l'ho capito".
Moon - acclamato al Sundance e premiato a Sitges con tre riconoscimenti (Best Film, Best Screenplay, Best Actor) - è una sorta di giallo fantascientifico nel quale Jones ha reso omaggio a tutti quei film del genere che lo hanno accompagnato durante l'adolescenza, per esempio Alien, Atmosfera Zero e 2002: la seconda odissea. "Volevo fare un film - ha spiegato il regista - che la gente come me, che ama questo genere di film, avrebbe apprezzato. Sarebbe perfetto se Ridley Scott o Douglas Trumbull facessero più film di questo tipo, ma non è così. Quindi, capite, tocca a noi provarci".
Prendendo spunto dai grandi del cinema sci-fi, Duncan Jones prova a lanciare un messaggio sulla condizione umana, senza affidarsi a effetti speciali, esplosioni spaziali e alieni ma semplicemente inserendo un essere umano in un contesto alieno: "In questo modo, l'essere umano diventa ancora più visibile", ha concluso il regista.

domenica 21 febbraio 2010

TERMINERANNO SABATO LE RIPRESE DI "KILLING BONO"

Di Diego Del Pozzo

Termineranno sabato prossimo le riprese del film Killing Bono, diretto da Nick Hamm. In queste ore è stata girata la scena di maggior impatto emotivo, ambientata in una Belfast abilmente "camuffata" da Dublino anni Ottanta, con tanto di auto d'epoca e manifesti pubblicitari dell'album The Joshua Tree. In questa sequenza, il personaggio principale Neil McCormick, interpretato dall'attore Ben Barnes, si va a schiantare contro un'auto parcheggiata davanti al Frames Complex, all'interno del quale si sarebbe dovuto trovare il suo amico-rivale Bono.
Killing Bono dovrebbe uscire nelle sale di Irlanda e Gran Bretagna già in estate, per poi essere distribuito man mano nel resto del mondo (si spera Italia compresa).

sabato 20 febbraio 2010

NICK CAVE & WARREN ELLIS ON "THE ROAD"

Di Diego Del Pozzo

Se siete abbastanza delusi, come il sottoscritto, per la scandalosa mancata uscita italiana di un film importante come The Road di John Hillcoat, trasposizione del romanzo omonimo di Cormac McCarthy vincitore del Premio Pulitzer 2007 (La strada, Einaudi editore), potete pur sempre consolarvi ascoltando la colonna sonora composta da Nick Cave e Warren Ellis. I due musicisti australiani, infatti, dipingono suggestivi scenari strumentali, al tempo stesso apocalittici ma aperti alla speranza, servendosi soprattutto di pianoforte, violino ed elettronica: e il risultato è davvero notevole.
D'altra parte, il film, così come il libro di riferimento, è ambientato proprio in uno scenario apocalittico, causato da un cataclisma che ha distrutto la civiltà. In un simile ambiente si muovono il padre e il figlio protagonisti della vicenda, costretti a vivere quasi come in una nuova Preistoria e a difendersi anche dai loro simili. A guidarli, però, è proprio la speranza in un domani migliore, oltre che la fede incrollabile nei loro valori.

venerdì 19 febbraio 2010

NATI PER ESSERE SELVAGGI...

Un classicissimo: forse il più rock di tutti, nello spirito e nella forma...

giovedì 18 febbraio 2010

QUANDO JOHN E UMA BALLAVANO IL TWIST...

Un bell'esempio di cinerock tratto dal "mitico" Pulp Fiction di Quentin Tarantino: indimenticabili i due "ballerini" John Travolta e Uma Thurman...

lunedì 15 febbraio 2010

THE DOORS IN UN FILM NARRATO DA JOHNNY DEPP

Di Diego Del Pozzo

Uscirà nei cinema americani tra poco meno di due mesi (il 9 aprile) When You're Strange, il documentario scritto e diretto da Tom Di Cillo dedicato all'inimitabile parabola artistica dei Doors e, in particolar modo, a quella del loro leader, Jim Morrison. Il film - presentato con successo l'anno scorso a festival prestigiosi come Sundance, Berlinale, Deauville e San Sebastian - si avvarrà della voce narrante di Johnny Depp: "Guardando le ipnotiche sequenze inedite di Jim, John, Ray e Robby - ha spiegato l'attore - mi è sembrato di riviverne l'esperienza attraverso i loro occhi". When You're Strange - titolo che riprende un verso del brano People Are Strange, uno dei "manifesti" musicali e "ideologici" dei Doors - è stato realizzato prevalentemente attraverso il montaggio di sequenze rare e inedite, rese disponibili grazie alla collaborazione dei membri superstiti della band californiana - Ray Manzarek, John Densmore e Robby Krieger - e degli eredi di Jim Morrison. Nei novanta minuti del documentario, che mostrerà anche alcune riprese inedite di Jim e Ray ai tempi dei corsi di cinema frequentati alla Ucla, è narrato il periodo temporale compreso tra la nascita dei Doors nel 1965 e la morte di Morrison nel 1971. Secondo Manzarek il film va considerato come "un antidoto a The Doors di Oliver Stone", pellicola che suscitò molte polemiche, quando uscì nel 1991, in particolar modo per come erano descritti i rapporti tra i vari componenti della band.

venerdì 12 febbraio 2010

OUR BOOK: UNA BELLA PAGINA SU "LA REPUBBLICA"

Mercoledì mattina, sul quotidiano La Repubblica è uscito un ampio e approfondito servizio dedicato al nostro libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop.
Il bel pezzo, scritto dal giornalista specializzato Nino Marchesano, è stato pubblicato come copertina di "Cultura e Spettacoli" dell'edizione campana del quotidiano diretto da Ezio Mauro. Chi volesse leggerlo può cliccare qui.

martedì 9 febbraio 2010

TRE GUITAR HEROES IN UN IMPERDIBILE DOCUMENTARIO

Di Diego Del Pozzo

Jimmy Page, 65 anni; Dave Evans in arte The Edge, 48 anni; Jack White, 34 anni: tre innamorati persi della chitarra elettrica, appartenenti a generazioni differenti e dotati di diversi stili e inclinazioni. Sono loro tre i protagonisti del magnifico It Might Get Loud, il documentario diretto da quel Davis Guggenheim che, dopo il canto d'amore nei confronti del Pianeta Terra intitolato Una scomoda verità e realizzato assieme al Premio Nobel Al Gore (e premiato con l'Oscar), ha deciso di realizzarne uno altrettanto intenso, coinvolto e coinvolgente dedicato al più rock degli strumenti musicali: sua maestà la chitarra elettrica. It Might Get Loud, presentato lo scorso anno al festival di Berlino, è un film bellissimo, che riesce a mettere a confronto tre mondi chitarristici (e artistici) apparentemente inassimilabili ma, in realtà, molto più affini di quanto si possa credere, innanzitutto per l'inesauribile voglia di sperimentazione dei tre guitar heroes. "Avrei potuto coinvolgere tanti altri chitarristi virtuosi - spiega Guggenheim - o altre leggende della chitarra. Ma non avrei potuto mai trovarne tre che sono al tempo stesso musicisti e ricercatori: ognuno di loro, infatti, è ancora in cerca di ciò che vuol dire con esattezza fare musica".
Adesso, il documentario di Guggenheim è appena uscito in dvd e costituisce una visione da non perdere assolutamente, per qualsiasi appassionato vero di cinerock: è imperdibile, infatti, per come ripercorre le storie personali dei tre chitarristi, calandoli nelle rispettive tradizioni di riferimento; e lo è per la straordinaria raffinatezza che sfoggia dal punto di vista della concezione, della realizzazione e del montaggio; lo è, infine, per come riesce a delineare, al tempo stesso, tre diverse personalità artistiche, tre differenti stagioni della storia del rock e tre filosofie musicali; il tutto in modo davvero trascinante e molto, molto divertente.

lunedì 8 febbraio 2010

BAND "CON LE PALLE": THE BLACK CROWES IN "CABIN FEVER"

Di Diego Del Pozzo

Se nel panorama rock mondiale c'è una band "con le palle" allora questa risponde al nome di Black Crowes. Chi altri se non i fratelli Robinson, infatti, al giorno d'oggi aprirebbe le sessions del nuovo album in studio ai propri fans, decidendo di eseguirlo e registrarlo live in un'atmosfera di straordinaria suggestione come quella degli studios personali di Levon Helm?
Tutto ciò è stato immortalato in quello che, secondo me, è il dvd musicale del 2009, cioè Cabin Fever, testimonianza sincera e assolutamente intima di ciò che è accaduto in occasione delle registrazioni del grandissimo doppio album "mascherato" Before the Frost... Until the Freeze, a sua volta - almeno nella mia personalissima classifica - disco rock dell'anno passato.
Qui di seguito, mi piace condividere con gli appassionati di cinema e rock - perché qui si parla di cinema, oltre che di grande rock - il bel trailer di Cabin Fever e, soprattutto, la straordinaria cover di Oh Sweet Nuthin' dei Velvet Underground, con Rich alla voce, Chris in accompagnamento e il grandissimo Luther Dickinson a squarciare l'aria con la sua chitarra solista (sudista).




domenica 7 febbraio 2010

JOHNNY DEPP GIRERA' UN FILM SU KEITH RICHARDS

Di Diego Del Pozzo

Si era ispirato a lui per dare un volto al celebre "Pirata dei Caraibi" Jack Sparrow; e lo aveva fortemente voluto, nel terzo film della fortunata serie cinematografica, nel ruolo di suo padre. Non è un mistero, dunque, l'autentica devozione che Johnny Depp nutre nei confronti di Keith Richards. Adesso, l'attore preferito di Tim Burton proverà a rendere concreto cotanto affetto, realizzando un documentario sulla vita e la carriera del chitarrista dei Rolling Stones.Il progetto, che vede Depp nuovamente alla regia dopo la sfortunata esperienza de Il coraggioso, è stato annunciato dallo stesso attore durante il Kustendorf Film Festival, diretto da Emir Kusturica a Drvengrad in Serbia: "Ora che sono più saggio - ha spiegato Depp - e che è passato abbastanza tempo, posso provare nuovamente a dirigere un film". Johnny ha già affidato a un montatore una notevole quantità di materiale d'archivio e dovrebbe iniziare a lavorare al documentario dalle prossime settimane.

sabato 6 febbraio 2010

POLEMICA ROCK TRA VERDONE E GELDOF

Di Diego Del Pozzo

In questi giorni, stanno facendo molto discutere le dichiarazioni di Carlo Verdone contenute nell'intervista presente all'interno del nostro libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop. A partire da lunedì, infatti, le hanno riportate innumerevoli siti web, agenzie di stampa e quotidiani.
In particolare, ha suscitato scalpore ciò che Verdone pensa delle iniziative benefiche organizzate da alcune rockstar come Bono degli U2 o Bob Geldof: "Non sono servite a niente. Si tratta di iniziative promozionali di gente che fa un discorso e riparte sul suo jet privato". Al regista e attore romano ha replicato direttamente Geldof, che in un'intervista al quotidiano Il Giornale - che martedì aveva dato molto spazio proprio al nostro libro e alle frasi di Verdone - ha dichiarato: "I concerti benefici aiutano i poveri, sono i politici che non fanno nulla. È disarmante sentire che una persona ricca non può aiutare i poveri, ma è lo specchio della nostra società, dove ricchi e poveri devono rimanere ben separati. Se hai dei soldi e li investi per aiutare chi ha bisogno, dov'è il problema?".
Insomma, il nostro libro ha catturato su di sé una certa attenzione...

venerdì 5 febbraio 2010

UN FILM RACCONTA I PRIMI ANNI DEGLI U2

Di Diego Del Pozzo

Anche gli U2 saranno presto protagonisti di un film che ne rievocherà gli esordi e il conseguente volo verso il successo. La pellicola s'intitola Killing Bono e affronterà l'argomento da un punto di vista piuttosto originale: quello di un loro compagno di liceo nella Dublino di metà anni Settanta. Più che un biopic classico, dunque, il film aspira a essere il ritratto di un'epoca fatta di sogni e aspirazioni destinati a tramutarsi, prima o poi, in realtà (o forse no).
Le riprese di Killing Bono - la cui uscita è prevista entro fine 2010 - sono iniziate l'undici gennaio a Belfast e dureranno sei settimane, spostandosi poi anche a Londra. Per dirigere il film è stato scelto il regista nord-irlandese Nick Hamm (The Hole), che sta lavorando su una sceneggiatura di Dick Clement e Ian La Frenais, gli stessi di The Commitments, basata sul libro autobiografico Killing Bono: I Was Bono's Doppelganger, scritto da Neil McCormick, il succitato amico di gioventù dei quattro musicisti irlandesi. Per il film, Nick Hamm ha privilegiato i toni della commedia, imperniata anzitutto sulla goffaggine del giovane Neil rispetto ai suoi ben più talentuosi compagni di scuola. Nel ruolo di Neil McCormick recita Ben Barnes, visto recentemente nel deludente Il ritratto di Dorian Gray, mentre Bono ha il volto del ventiseienne Martin McCann, lanciato come Fedro nel kolossal fantasy-mitologico Scontro tra Titani, dal 2 aprile sugli schermi italiani. Nel cast figurano anche Robert Sheehan (che interpreta il fratello di Neil, Ivan McCormick) e poi Pete Postlethwaite, Krysten Ritter, Charlie Cox e Jason Byrne. Al momento, non è ancora chiaro in quali forme la musica degli U2 comparirà nella colonna sonora.
Nel libro che ha ispirato il film, McCormick racconta l'avvio dell’epopea degli U2 dal punto di vista di colui che, invece, non riesce a sfondare per evidente mancanza di talento. I suoi sono ricordi diretti, derivanti da una frequentazione nata ai tempi del liceo alla Mount Temple di Dublino e consolidatasi negli anni. Tra l'altro, Neil può vantarsi di aver partecipato al primissimo incontro dal quale scaturirono i Feedback, poi destinati a trasformarsi prima negli Hype e quindi negli U2: era l'autunno del 1976 e un gruppetto di liceali rispose all'avviso che il batterista sedicenne Larry Mullen jr. aveva affisso ai muri della scuola. A casa di Larry, al numero 60 di Rosemount Avenue, si presentarono in cinque, tutti con ambizioni di chitarra solista in una rock band: Adam Clayton, che deviò immediatamente sul basso, lo strumento che suonava meglio; i fratelli Dave e Dick Evans, un certo Paul Hewson e, appunto, Neil McCormick. Dopo il primo assolo di prova, Dave Evans mise subito in chiaro perché di lì a poco sarebbe diventato The Edge; allo stesso modo, invece, Neil rinunciò, letteralmente schiacciato dal carisma del compagno di scuola Paul Hewson, che qualche mese dopo sarebbe stato ribattezzato Bono Vox e sarebbe poi diventato famoso in tutto il mondo come frontman degli U2.
Dopo i fallimenti giovanili come cantante, comunque, Neil McCormick ha continuato a occuparsi professionalmente di musica, in veste di critico e giornalista per numerose autorevoli testate britanniche (tra cui la storica rivista rock irlandese Hot Press, ma anche il Daily Telegraph), seguendo con puntualità la carriera degli U2, dei quali è rimasto amico. Non a caso, è sua l'autobiografia ufficiale della band, U2 by U2, edita tre anni fa e tradotta anche in Italia da Rizzoli.
Su questo stesso argomento ho scritto anche un articolo più breve, pubblicato ieri sul quotidiano Il Mattino. Chi volesse leggerlo, può cliccare qui.

mercoledì 3 febbraio 2010

UN BELL'ARTICOLO SUL NOSTRO LIBRO


Ieri è uscita questa bella e ampia pagina, dedicata al nostro libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, sul quotidiano Il Giornale.
Lo spunto di partenza è stato offerto dalle dichiarazioni di Carlo Verdone contenute nell'intervista che Fabio Maiello ha realizzato all'interno del nostro volume.
Il bravo Antonio Lodetti, giornalista musicale del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, ha lavorato davvero bene, cogliendo alla perfezione gli spunti più "succulenti" (giornalisticamente parlando...) presenti nell'intervista e integrandoli con una chiacchierata supplementare fatta con lo stesso Verdone, che da parte sua non si è affatto sottratto (anzi...).
Ne è venuto fuori un ottimo servizio giornalistico che, ovviamente, è stato molto utile per il "lancio" del nostro libro, dato che Il Giornale può vantare una tiratura media quotidiana di circa 310.000 copie ed è, dunque, uno tra i quotidiani più venduti in Italia.

lunedì 1 febbraio 2010

IL ROCK ITALIANO? NON ESISTE: LO DICE CARLO VERDONE NEL NOSTRO LIBRO "ROCK AROUND THE SCREEN"

Il rock italiano? Non esiste: parola di Carlo Verdone. "Quello che esiste - spiega il regista, campione d'incasso nei cinema con Io, loro e Lara - è soltanto una riproposizione del rock inglese o americano. La musica rock non è nata in Italia. In Italia sono nati Claudio Villa, Gigliola Cinquetti, Nilla Pizzi, Gino Latilla e Ricchi e Poveri. Non riesco ad appassionarmi alla musica italiana perché ha sempre un occhio e un piede a Sanremo: Vasco Rossi ha prodotto cose eccellenti ma Ligabue, ad esempio, mi sembra Guccini con la chitarra elettrica". Di questo e altro, Verdone parla in una lunga intervista sulla sua grande passione per il rock, pubblicata all'interno del libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, curato dal giornalista e critico Diego Del Pozzo e dallo storico del cinema Vincenzo Esposito. Il volume, pubblicato dall'editore napoletano Liguori, esce domani in libreria.
Nell'intervista, realizzata da Fabio Maiello, Carlo Verdone svela le sue passioni rock - da Jimi Hendrix ai Led Zeppelin, da Scott Walker a Nick Drake - ma anche gli artisti e le tendenze che detesta: per esempio, i Clash ("Un'altra bufala: se questi tizi sono considerati dei grandi, dove dobbiamo allora mettere gli Allman Brothers"), i Queen ("Il loro è un rock trash, cafone, mieloso") o le iniziative benefiche di big come Bono degli U2 o Bob Geldof ("È molto fastidioso vedere personaggi come Bono che salgono sul palco per fare proclami contro questo e per salvare quello. Come prima di lui Bob Geldof. Quelle operazioni benefiche, alla fine, sono state soltanto delle grandi messinscene. Degli eventi promozionali. La situazione di quei paesi non è migliorata e le cose vanno sempre peggio").
Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop (294 pagine, 24.50 euro, Liguori Editore) è una raccolta di saggi e interviste a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito. "Quelle che abbiamo voluto raccontare in questo libro - spiegano i due curatori - sono storie artistiche e produttive, culturali e industriali che si sono sviluppate, per tutta la seconda metà del Novecento e fino a oggi, all'insegna dell'affascinante "abbraccio" tra cinema giovane, innanzitutto nello spirito, e musica rock. Lo abbiamo fatto cercando di dare conto dei principali snodi cronologici, privilegiando però itinerari volutamente ondivaghi che fossero in grado di far percepire al lettore il "suono" e magari il "corpo" del rock al cinema e del cinema più rock".
Il libro si apre con due lunghi saggi dei curatori, dedicati ai teen-rock movies degli anni Cinquanta con e senza Elvis Presley (Del Pozzo) e ai grandi raduni rock che, a cavallo del Sessantotto, decretarono la perdita d'innocenza della cosiddetta "Woodstock Generation" (Esposito). Nelle sezioni successive, poi, Rock Around the Screen propone saggi storico-critici su forme e sottogeneri specifici (Simone Arcagni sui rockumentaries, Rosario Gallone sui falsi documentari rock, Alberto Castellano sugli "sguardi d'autore", Giacomo Fabbrocino sulla rock opera, Bruno Di Marino sulla citazione video-filmica), filmografie emblematiche (Michelangelo Iossa sui Beatles e Giandomenico Curi sui Pink Floyd), originali cortocircuiti psico-autoriali (Antonio Tricomi su un Bob Dylan perennemente "altrove" e Corrado Morra sulle mille mutazioni del corpo della rockstar). La sezione conclusiva presenta, infine, quattro interviste, tutte realizzate da Fabio Maiello, a registi rock come Julien Temple e Carlo Verdone e a musicisti come Gaetano Curreri degli Stadio e Fabio Liberatori, compositore di fiducia dello stesso Verdone e autore, tra l'altro, anche della colonna sonora del recente Io, loro e Lara.
"Non abbiamo voluto inseguire intenti di natura enciclopedica, lasciando liberi i vari autori - sottolineano Del Pozzo ed Esposito - di declinare secondo i propri interessi e le rispettive inclinazioni un tema talmente vasto da coincidere quasi con quello dello sviluppo della cultura giovanile tardo-novecentesca". Diego Del Pozzo, giornalista e critico, si occupa prevalentemente di cinema, televisione e fumetti. È autore di Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani e dei testi del volume fotografico Scenari. Dieci anni di cinema in Campania, oltre che di numerosi saggi in volumi collettivi, cataloghi di festival, riviste specializzate. Attualmente collabora col quotidiano Il Mattino. Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore, tra l'altro, di una monografia su Alf Sjoberg e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio. Dirige l'Italian Film Festival di Stoccolma, è vicepresidente della F.I.C.C. – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema e insegna Storia del Cinema all'Università degli Studi di Napoli "Federico II".