Di fronte a una platea folta ed entusiasta, Verdone - grande e sincero appassionato di musica rock - ha parlato delle sue passioni musicali, ma si è lasciato anche coinvolgere dalle domande degli studenti per dire la sua, con la chiarezza e la lucidità che gli appartengono, sul momento triste che sta attraversando l'Italia.
Di tutto ciò rende ottimamente conto il servizio realizzato giovedì da Francesca Pierleoni per l'agenzia Ansa. Eccolo, qui di seguito.
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CINEMA: VERDONE, ITALIA E' FRA PAESI PIU' CORROTTI
REGISTA, DICHIARAZIONI SCAJOLA SEMBRANO BRUTTA PAGINA COMMEDIA
(di Francesca Pierleoni)
(Ansa) - Roma, 20 Maggio - Le notizie sull'Italia di oggi ''sembrano sempre più spesso una brutta pagina di commedia all'italiana, come nel caso delle dichiarazioni di Scajola''. L'ha detto Carlo Verdone, durante l'incontro di oggi alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre, dedicato al libro Rock Around the Screen, curato da Vincenzo Esposito e Diego Del Pozzo, sul rapporto fra cinema e musica pop e rock.
Il regista, che è fra i cineasti intervistati nel libro (pubblicato da Liguori editore), nell'incontro, durato circa due ore, ha parlato del suo rapporto con la musica, da appassionato e da regista, e ha risposto a varie domande degli studenti sull'attualità. ''Oggi in Italia c'è un problema di ricostruzione dell'etica - ha sottolineato -. Ho l'impressione che questo, il paese più cattolico del mondo, in realtà sia uno dei Paesi più corrotti, da tutti i punti di vista, perché non c'è limite al peggio. Ogni cosa che si tocca ha dietro del fango. Vi abbiamo dato dei pessimi esempi - ha aggiunto, rivolto ai ragazzi - Confido in voi per scalzare questo malcostume, sopruso e menefreghismo, ma potrete riuscirci solo se sarete più uniti''. Come regista, si è detto ''respinto dalla realtà dei nostri politici, non mi attira raccontarla, io voglio parlare dei problemi della gente delle famiglie, come ho sempre fatto. E poi questi politici sono già attori da soli, in trasmissioni come Porta a Porta e sulle pagine dei giornali. In un film non farebbero più neanche ridere''.
A chi gli chiedeva cosa pensasse della decisione del Ministro dei Beni e Attività culturali Sandro Bondi di non andare a Cannes, in polemica con il documentario di Sabina Guzzanti, Draquila, Verdone ha detto: ''Credo che Bondi non abbia neanche visto Draquila. Ma la Guzzanti ha fatto un bel documentario, in cui non lancia sue opinioni ma con delle domande fa parlare gli altri, alla Michael Moore. Parla di un paese dissestato, che non è L'Aquila ma l'Italia. Il non andare di Bondi è criticabile, è stato un errore di stile perché lui rappresenta la cultura italiana e in programma c'erano altri nostri film. Si deve andare pur accettando il dissenso, perché il cinema è un'espressione libera. Invece agendo così ha dimostrato che il nostro non è un paese molto democratico''.
Fra gli altri temi del dialogo, ci sono state le norme sulle intercettazioni in fase di approvazione alla Commissione Giustizia del Senato. Per il regista ''sono una brutta faccenda. Sono norme di tipo iraniano, che potrebbero non farci più scoprire cosa succede in questo Paese, dove ogni giorno ce n'è una. E' vero qualche volta si è andati oltre nell'utilizzare le intercettazioni, coinvolgendo persone che non c'entravano, ma sono stati casi limitati". E' arrivata anche una domanda sull'influenza della Chiesa in Italia: ''Ha un potere enorme su questo Paese - ha risposto l'attore - che è laico per modo di dire. Bagnasco interviene durante le elezioni e manda un siluro alla Bonino. Io però, che ho fatto il mio ultimo film su un prete (Io, loro e Lara, ndr), e ho incontrato molti seminaristi, posso dire che la parte giovane è quella splendida della Chiesa. Intuisco che sarà diversa e non si guasterà. Ha un approccio più francescano e diretto''.
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