Duncan, che prima di finire sotto i riflettori come regista cinematografico era conosciuto dai fans come Zowie Bowie, ha ottenuto il riconoscimento per il suo film di fantascienza Moon. Al momento della premiazione, il regista ha detto: "Non credevo che sarei stato tanto emozionato. Ho avuto bisogno di molto tempo per capire che cosa volessi fare davvero nella vita. E penso che adesso finalmente l'ho capito".
Moon - acclamato al Sundance e premiato a Sitges con tre riconoscimenti (Best Film, Best Screenplay, Best Actor) - è una sorta di giallo fantascientifico nel quale Jones ha reso omaggio a tutti quei film del genere che lo hanno accompagnato durante l'adolescenza, per esempio Alien, Atmosfera Zero e 2002: la seconda odissea. "Volevo fare un film - ha spiegato il regista - che la gente come me, che ama questo genere di film, avrebbe apprezzato. Sarebbe perfetto se Ridley Scott o Douglas Trumbull facessero più film di questo tipo, ma non è così. Quindi, capite, tocca a noi provarci".
Prendendo spunto dai grandi del cinema sci-fi, Duncan Jones prova a lanciare un messaggio sulla condizione umana, senza affidarsi a effetti speciali, esplosioni spaziali e alieni ma semplicemente inserendo un essere umano in un contesto alieno: "In questo modo, l'essere umano diventa ancora più visibile", ha concluso il regista.
In questo film il problema sono proprio gli esseri umani: quello dietro la macchina da presa, cioè il regista "figlio di papà" che crede di essere il nuovo Tarkovskij, e quello davanti, vale a dire l'attore Sam Bell (Sam Rockwell), più rigido e inespressivo di un tronco. La Luna, invece, fa sempre la sua bella figura!
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