
Proprio nel caso di Barrett, è giusto parlare di influenza profonda sulla sua stessa esistenza, in quanto il fondatore e leader dei primi Pink Floyd, a un certo punto del proprio cammino, decise di trasformare se stesso in un autentico personaggio di Alice in Wonderland, con tutto ciò che questo potè comportare sul suo già fragile equilibrio psichico. Nel 1970, infatti, un Syd sempre più alienato e intimamente psichedelico "divenne" il Cappellaio Matto quando pubblicò il suo visionario esordio solista, carrolliano sin dal titolo: The Madcap Laughs ("Il Cappellaio Matto ride"). Peccato, però, che Syd Barrett non riuscirà più a riattraversare lo specchio della follia e a tornare indietro: chissà, infatti, quali e quanti altri capolavori avrebbe potuto regalare al nostro mondo al di qua dello specchio.
Non per fare la parte del solito pignolo, ma nell'elenco Alice+Rock stilato da Prisco manca un riferimento, a mio avviso fondamentale, a un'intera etichetta discografica di musica rock nata sotto il segno di Alice: la Charisma Records di Tony Stratton-Smith, che negli anni Settanta lanciò artisti come Genesis, Van Der Graaf Generator, Lindisfarne e perfino i Monty Phyton, sotto il logo del vecchio cappellaio matto ripreso direttamente da un disegno di John Tenniel, ovvero l'illustratore originale di 'Alice in Wonderland'. Sul mio blog in inglese, 'Nursery Mind', potete leggere una lunga e dettagliata storia di 'Madcap Strat' e della sua Charisma Records.
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