mercoledì 19 dicembre 2012

SPRINGSTEEN, VAN SANT E L'AMERICA DELLA CRISI GLOBALE

Di Diego Del Pozzo

Dopo l'anteprima mondiale del 4 dicembre al Lincoln Square Cinema di Washington, uscirà il 28 dicembre in poche sale di New York e Los Angeles, per poter concorrere agli Oscar, il nuovo film di Gus Van Sant, "Promised Land", che sarà poi in distribuzione ufficiale negli Stati Uniti a partire dal 4 gennaio 2013 e in anteprima europea nel concorso della prossima Berlinale.
Matt Damon in "Promised Land" di Gus Van Sant
Protagonisti della pellicola sono Matt Damon e John Krasinski (anche produttori e sceneggiatori, a partire da un'idea dello scrittore Dave Eggers), assieme a Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, Scoot McNairy, Titus Welliver e Hal Holbrook. Le loro storie sono inserite nello scenario di una piccola comunità americana che si oppone alle mire di una multinazionale e, dunque, deve fare i conti, in definitiva, con le conseguenze della crisi economica globale. "L'America è un Paese grande e a volte - racconta Gus Van Sant - è difficile definire quale sia la nostra identità. Ciò che ho amato della sceneggiatura di Matt e John è il modo nel quale hanno affrontato grandi temi, ma con umorismo e umiltà, raccontando storie di persone reali, con tutte le loro debolezze e la loro grandezza".
Come si comprende facilmente già dal titolo e dall'argomento affrontato (simile a quelli cantati nel recente album "Wrecking Ball"), "Promised Land" è un film intimamente springsteeniano, realizzato peraltro da un autore che ha numerosi punti di contatto con la poetica di Bruce. Il rapporto è stato reso esplicito dalla sequenza di un duello al karaoke. "Nel copione originale - spiega Matt Damon - avevo scritto che non avevo alcuna intenzione di cantare il karaoke. Però, ci serviva una scena nella quale il personaggio di John appare e persuade i cittadini. Ed è molto più facile farlo con una canzone. In particolare, che cosa c'è di meglio di una canzone di Bruce Springsteen?". Il brano in questione è "Dancing in the Dark", che l'autore ha concesso gratuitamente. "La cosa più divertente - aggiunge John Krasinski - è stata scrivere indicazioni di regia come "Questo personaggio è tremendo al karaoke". E l'aspetto più eccitante è stato proprio che, dopo tutto ciò, non c'era più bisogno di una particolare abilità nel canto. Poi, quando abbiamo tirato fuori "Dancing in the Dark" di Bruce Springsteen, abbiamo subito realizzato che era la canzone perfetta, davvero fenomenale".
C'è anche un'altro momento di "Promised Land" che pare fatto apposta per rendere evidente il debito d'ispirazione nei confronti dell'universo springsteeniano: a un certo punto, infatti, c'è una sequenza nella quale Bruce Springsteen viene menzionato durante un dialogo tra i protagonisti. A ulteriore conferma di quanto il rapporto tra Springsteen e il cinema continui a essere fecondo e produttivo e di quanto la settima arte, in particolar modo se deve raccontare l'America oggi, continui a prendere da Bruce e dalla sua poetica.

martedì 11 settembre 2012

CINEBOSS: ANCHE PER "SUONO" E' UN LIBRO IMPORTANTE...

La positiva recensione di Lucadei pubblicata su "Suono" di settembre

lunedì 10 settembre 2012

CINEBOSS: ZAMBELLINI ELOGIA IL LIBRO SU "BUSCADERO" DI SETTEMBRE

La bellissima recensione di Mauro Zambellini, firma prestigiosa dello storico mensile rock "Buscadero"

CINEBOSS: UN'OTTIMA RECENSIONE SU "BLOW UP"

L'ottima recensione di Roberto Curti, sul numero di settembre 2012 della rivista "Blow Up"

martedì 28 agosto 2012

RICORDO GIFFONESE...

Un momento della conferenza stampa del libro "Il cinema secondo Springsteen" durante il Giffoni Experience 2012. Al centro, il direttore del festival, Claudio Gubitosi; ai suoi lati, i curatori del volume Vincenzo Esposito (col microfono) e Diego Del Pozzo (in maglietta rossa, bermuda e sandali: wow!)

mercoledì 25 luglio 2012

SUCCESSO ANCHE A GIFFONI PER "IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN"


In un’edizione contrassegnata dal connubio tra cinema e rock, bel successo al Giffoni Experience per la presentazione del libro “Il cinema secondo Springsteen” curato dal giornalista e saggista Diego Del Pozzo e dallo storico del cinema Vincenzo Esposito. Assieme ai due curatori, è intervenuto all’incontro anche il direttore del festival internazionale di cinema per ragazzi, Claudio Gubitosi, che ha sottolineato come il volume, edito da Quaderni di Cinemasud nella nuova collana “visionirock” (240 pagine, 12 euro), sia “il primo al mondo che analizza in maniera organica ed esaustiva tutte le sfaccettature del rapporto tra un rocker straordinario come Bruce Springsteen e l’universo del cinema”.
Arriva il momento della conferenza stampa giffonese
In tal senso, Springsteen si conferma come un caso unico, per il rapporto profondo e originale che lo lega alla settima arte: sia per l’influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”, sia anche per come egli stesso ha saputo ispirare tanti film e cineasti con autentici “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione (basti pensare, tra le tante, a pellicole come “Lupo solitario” di Sean Penn o “The Wrestler” di Darren Aronofski con Mickey Rourke). “Quella tra Bruce e il cinema – hanno spiegato Del Pozzo ed Esposito – è una relazione fortemente empatica e assolutamente paritaria, fatta di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano”.
Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito al Giffoni Experience dopo la presentazione del libro
“Il cinema secondo Springsteen”, dopo la prefazione del critico cinematografico Valerio Caprara, propone i lunghi saggi dei due curatori seguiti da altri tre contributi di Antonio Tricomi, Fabio Maiello e Corrado Morra. Tra le pagine del volume, scorrono uno dopo l’altro titoli di film che hanno segnato in profondità l’immaginario springsteeniano e la sua scrittura, come “Furore” e “Sentieri selvaggi” di John Ford, il noir “Thunder Road” o “Badlands” di Terrence Malick, il poliziesco “Cop Land” o il neo-western “Le tre sepolture”.
Diego Del Pozzo e Patti Smith mentre sfogliano assieme una copia del libro "Il cinema secondo Springsteen"
E sempre al Giffoni Experience una copia del volume, con tanto di dedica, è stata regalata anche a una storica amica e sodale di Springsteen, che anni fa le regalò il classico “Because the Night”: Patti Smith, headliner del Neapolis Festival – da quest’anno in partnership con la kermesse giffonese – e protagonista di un'intensissima masterclass con i giovani giurati.

martedì 12 giugno 2012

FRADICI DI PIOGGIA E DI FELICITA'...

Bruce e il suo popolo, fradici di pioggia e di felicità, durante il concerto sotto al diluvio di Firenze (10 giugno 2012)

lunedì 4 giugno 2012

IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN: IL SERVIZIO DELL'ANSA

Mentre Bruce Springsteen sta per arrivare in Italia col suo Wrecking Ball Tour per le tre attesissime date di Milano (giovedì), Firenze (domenica) e Trieste (lunedì), un nuovo libro approfondisce, per la prima volta al mondo in maniera così organica e strutturata, il rapporto tra il "Boss" e il cinema: rapporto saldissimo e al di sopra di ogni sospetto, se si pensa semplicemente alla scelta di aprire anche i concerti del nuovo tour sulle note di tanti celebri western cinematografici, a partire da quelli, da lui amatissimi, musicati da Ennio Morricone per Sergio Leone.
Il libro s'intitola "Il cinema secondo Springsteen" (240 pagine, 12 euro) - con chiaro riferimento allo storico saggio cinefilo di Francois Truffaut "Il cinema secondo Hitchcock" - e lo hanno curato il giornalista e saggista Diego Del Pozzo e lo storico del cinema Vincenzo Esposito per il marchio Quaderni di Cinemasud delle edizioni irpine Mephite come primo titolo della collana editoriale "visionirock". Ed è interessante che lo studio arrivi proprio dalla Campania (dov'è stato presentato in anteprima nei giorni scorsi, al Palazzo delle Arti di Napoli, durante l'omonima manifestazione culturale), a conferma del saldo legame di Springsteen con una regione nella quale si trova parte delle proprie origini familiari (la mamma, Adele Zirilli, è figlia di due emigranti di Vico Equense, in Costiera sorrentina).
Nel loro libro, Del Pozzo ed Esposito esplorano la relazione affascinante e complessa tra il rocker del New Jersey e la Settima Arte, non riducibile alla sola presenza dell'artista nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come nei casi di Elvis Presley, Beatles, Rolling Stones, Bob Dylan o David Bowie. "No, il suo caso - spiegano i due curatori del volume - è diverso. Diremmo, addirittura unico. Innanzitutto, perché unica nel panorama della popular music contemporanea è la profondità della traccia più immediatamente individuabile: cioè, quella riguardante la "musica ispirata dal cinema", che nel suo caso non si limita a una specifica relazione diretta tra le canzoni e alcuni film di riferimento, ma investe, più in generale, una buona parte del patrimonio culturale del cinema americano, inteso in tutte le sue declinazioni. Poi, però, a rendere ancora più sfuggente e complessa la materia, c'è la consapevolezza di quanto Springsteen stesso abbia, nel corso dei decenni, influenzato tanto cinema americano con "pezzi di immaginario" direttamente riconducibili alla sua produzione artistica". Il rapporto tra il rocker e il cinema, dunque, è fortemente empatico e si sviluppa, in particolar modo nella seconda parte della carriera, in maniera quantomeno paritaria, tra un continuare a "prendere" dal cinema e un "dare" all'immaginario popolare americano.
"Il cinema secondo Springsteen", dopo la prefazione del critico cinematografico Valerio Caprara, si apre con i lunghi saggi di Vincenzo Esposito ("Bruce Springsteen e l'immaginario cinematografico americano (1973-1990)") e Diego Del Pozzo ("Di diavoli e di polvere. Springsteen e il cinema americano della Nuova Grande Depressione"), dedicati alle due fasi della carriera del "Boss": il primo dagli esordi alla fine degli anni Ottanta (con approfondimento dei meccanismi di ricezione della "emotion machine" cinematografica), il secondo dall'album "Tunnel of Love" al recente "Wrecking Ball", con particolare enfasi posta sulle dinamiche socio-culturali che consentono a Springsteen, dalla metà degli anni Novanta in poi, di diventare un punto di riferimento per il cinema e, più in generale, per l'intera cultura e società americane. Nelle dense analisi dei due curatori, scorrono l'uno dopo l'altro titoli di film che hanno segnato in profondità l'immaginario springsteeniano e la sua scrittura (per esempio, "Furore" e "Sentieri selvaggi" di John Ford, il noir "Thunder Road" o "Badlands" di Terrence Malick), ma anche altri più o meno direttamente ispirati dall'arte del musicista (da "Lupo solitario" di Sean Penn al poliziesco "Cop Land", dal neo-western "Le tre sepolture" al dolente "The Wrestler" con Mickey Rourke). Ma c'è ampio spazio, naturalmente, pure per l'Oscar vinto nel 1994 per la canzone "Streets of Philadelphia" inclusa in "Philadelphia" di Jonathan Demme e per gli altri brani originali composti per il cinema.
Nella sua parte centrale, il libro presenta due contributi di Antonio Tricomi (sui videoclip, spesso "d'autore", che hanno contribuito a dare ulteriore forza visiva alle canzoni) e Fabio Maiello (sulla centralità delle liriche nell'universo della "Springsteen Soundtrack"), mentre la sezione conclusiva (un lungo saggio di Corrado Morra, presidente della Scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli) indaga, con approccio critico innovativo, sull'evoluzione dell'Icona Springsteen nel corso dei decenni a partire dalle immagini delle copertine dei suoi album. Completano il libro filmografie e videografie finali, oltre alla dettagliata bibliografia.
Fonte: Ansa.

domenica 3 giugno 2012

IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN: IL LIBRO



IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN

A cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito

240 pagine, 12 euro

Pubblicato da Quaderni di Cinemasud per Mephite Edizioni


Con contributi di Fabio Maiello, Corrado Morra, Antonio Tricomi
Prefazione di Valerio Caprara

Primo titolo della nuova collana editoriale “visionirock”, diretta da Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito

Quarta di copertina
Il rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema è affascinante e complesso. E non può essere ridotto alla presenza del rocker del New Jersey nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come accade per Elvis, Beatles, Rolling Stones, Dylan o Bowie. Il caso di Springsteen è diverso, persino unico, per la profonda influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”; ma anche per come egli stesso ha ispirato tanti film e cineasti con “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione. Si è di fronte, dunque, a un rapporto fortemente empatico e assolutamente paritario, fatto di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano. Il libro curato da Del Pozzo ed Esposito ne ripercorre le tappe e, con ulteriori approfondimenti (Tricomi e Maiello) e un’ampia analisi iconologica (Morra), ne restituisce la ricchezza e l’assoluta originalità.

I curatori
Diego Del Pozzo, giornalista e critico, è autore del libro Ai confini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani (Torino, 2002) e dei testi del volume fotografico di Gianni Fiorito Scenari. Dieci anni di cinema in Campania (Napoli, 2006). Ha curato con Vincenzo Esposito Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettivi, enciclopedie, cataloghi di festival, riviste specializzate. Collabora col quotidiano Il Mattino e fa parte del comitato editoriale della rivista Quaderni di Cinemasud.
Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore di una monografia su Alf Sjöberg (Roma, 1998) e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio (Napoli, 2001). Ha curato con Diego Del Pozzo il volume Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato molti saggi in volumi collettivi e riviste specializzate. Dirige l’Italian Film Festival di Stoccolma. Insegna Teoria e Analisi del Cinema all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Sommario
  • Prefazione di Valerio Caprara
  • Introduzione
  • Vincenzo Esposito, Bruce Springsteen e l’immaginario cinematografico americano (1973-1990)
  • Diego Del Pozzo, Di diavoli e di polvere. Springsteen e il cinema americano della “Nuova Grande Depressione”
  • Antonio Tricomi, Video, Family and Friends
  • Fabio Maiello, Soundtrack Springsteen: musica e liriche per lo schermo
  • Corrado Morra, Darkness on the Edge of Tune. Per un’iconologia di Bruce Springsteen
  • Filmografie e videografie
  • Bibliografia
  • Schede degli autori

venerdì 1 giugno 2012

IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN: PROROGATA LA MOSTRA...

Si conclude oggi, venerdì 1 giugno, nella FilmZone del Pan - Palazzo delle Arti di Napoli, il programma di proiezioni della rassegna "Il cinema secondo Springsteen", curata da Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito e dedicata al rapporto, profondo e originalissimo, tra il Boss e la Settima Arte.
La giornata conclusiva propone alle 16, il capolavoro western di John Ford, "The Searchers" ("Sentieri selvaggi", 1956), film amatissimo da Bruce Springsteen. E alle 18 chiusura affidata a "The Indian Runner" ("Lupo solitario", 1991), esordio alla regia di Sean Penn, che riprende la trama del brano "Highway Patrolman" inserito nell'album "Nebraska". L'ingresso è gratuito.
La parte espositiva de "Il cinema secondo Springsteen", però, prosegue. In considerazione del notevole successo, infatti, è stata prorogata fino a domenica alle ore 14 la mostra intitolata "Like a Vision", prodotta dall'associazione culturale Pink Cadillac Music. L'esposizione, per la prima volta in Italia, illustra la natura e la complessità della relazione "a doppio senso" tra Springsteen e il cinema attraverso riproduzioni di poster e locandine. La prima sezione è intitolata "Il cinema e Springsteen" ed è dedicata a quei film che, per esplicita dichiarazione dell'artista, ne hanno alimentato l'immaginario, a partire dai classici degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta - noir, western, i capolavori di Capra, Ford, Kazan - fino a opere degli anni Settanta come "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich, "Badlands" di Malick e i lavori di Scorsese. La seconda sezione, "Springsteen per il cinema", presenta i film per i quali il rocker del New Jersey ha scritto espressamente brani originali, da "Philadelphia" di Jonathan Demme a "Dead Man Walking" di Tim Robbins fino al più recente "The Wrestler" vincitore a Venezia nel 2008. Menzione particolare merita "The Indian Runner" ("Lupo Solitario") di Sean Penn, ispirato al testo di "Highway Patrolman", caso forse unico di lungometraggio tratto integralmente da una canzone.
La terza sezione, "Springsteen nel cinema", è una selezione di film, (tra quasi una settantina di pellicole) particolarmente significativi, nei quali i registi (da Kenneth Branagh a Spike Lee, tra i tanti) hanno voluto canzoni di Springsteen nei titoli di testa o di coda, per sottolineare passaggi cruciali o ancora per delineare personaggi e ambientazioni. Un caso a parte è costituito da "Alta Fedeltà", col celebre cameo di Bruce che interpreta se stesso, apparendo in sogno al protagonista. La quarta sezione è quella dei rockumentaries sulla produzione discografica o live di Springsteen e su quella di altri artisti nei quali vi è la sua partecipazione: documentazione quanto mai vasta, per la quale si é resa necessaria una drastica selezione, fino a includere lo storico "No Nukes" del 1980, ma anche i recenti "Wings for Wheels" (2005) e "The Promise" (2011), i due "making of" di Thom Zimny dedicati ai due capolavori springsteeniani degli anni Settanta: "Born to Run" e "Darkness on the Edge of Town".
"Il cinema secondo Springsteen" prende titolo e taglio dall'omonimo libro, a cura sempre di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, presentato in anteprima al Pan durante la giornata inaugurale della rassegna, organizzata dalla Scuola di cinema, televisione e fotografia Pigrecoemme, in collaborazione con l'associazione culturale Blackout, il Centro regionale Ficc Campania e l'associazione culturale Pink Cadillac Music, col patrocinio dell'Assessorato alla Cultura e al turismo del Comune di Napoli.
Fonte: Ansa.

giovedì 31 maggio 2012

PROSEGUE AL PAN DI NAPOLI LA RASSEGNA "IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN"

Prosegue oggi, giovedì 31 maggio, nella FilmZone del Pan - Palazzo delle Arti di Napoli, la rassegna "Il cinema secondo Springsteen", curata da Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito e dedicata al rapporto, profondo e originalissimo, tra il Boss e la Settima Arte.
Il programma della seconda giornata propone, alle 16, la proiezione del classico di John Ford "The Grapes of Wrath" ("Furore", 1940), tratto dal romanzo di John Steinbeck e ripreso più volte da Springsteen nel corso della carriera, fino a quell'autentico sequel che è "The Ghost of Tom Joad". Alle 18, quindi, tocca a "Badlands" ("La rabbia giovane", 1973) di Terrence Malick, fonte d'ispirazione per il titolo del brano omonimo incluso nell'album "Darkness on the Edge of Town" e per la title track di "Nebraska". Nei giorni e negli orari della manifestazione, è possibile visitare anche la mostra di locandine e manifesti springsteeniani "Like a Vision", curata dall'associazione culturale Pink Cadillac. L'ingresso è gratuito.
"Il cinema secondo Springsteen" è anche un libro, a cura sempre di Del Pozzo ed Esposito, presentato in anteprima al Pan durante la giornata inaugurale della rassegna, organizzata dalla Scuola di cinema, televisione e fotografia Pigrecoemme, in collaborazione con l'associazione Blackout, il Centro regionale Ficc Campania e l'associazione Pink Cadillac, col patrocinio dell'Assessorato alla Cultura e al turismo del Comune di Napoli.

Fonte: Ansa.

mercoledì 23 maggio 2012

IL CINEMA SECONDO SPRINGSTEEN (DAL 30 AL PAN DI NAPOLI)


In attesa di vederlo esibirsi dal vivo durante le tre tappe italiane del “Wrecking Ball Tour” (Milano, 7 giugno; Firenze, 10 giugno; Trieste, 11 giugno), gli appassionati di Bruce Springsteen e degli affascinanti intrecci tra cinema e rock avranno pane per i loro denti già a fine mese. Al Pan – Palazzo delle Arti di Napoli, infatti, è in programma, da mercoledì 30 maggio a venerdì 1 giugno, “Il cinema secondo Springsteen”, manifestazione dedicata al rapporto, profondo e originalissimo, tra il Boss e la Settima Arte, analizzato attraverso una serie di proiezioni, incontri tematici, l’anteprima del libro omonimo e una mostra. Il tutto a ingresso gratuito.
Organizzato dalla Scuola di cinema, televisione e fotografia Pigrecoemme, in collaborazione con l’associazione Blackout, il Centro regionale Ficc Campania e l’associazione Pink Cadillac, col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e al turismo del Comune di Napoli, l’evento ha la direzione artistica di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, curatori di un volume omonimo che sarà presentato in apertura di rassegna e sarà poi in libreria da inizio giugno, come titolo inaugurale della nuova collana “visionirock” (curata sempre da Del Pozzo ed Esposito), pubblicata sotto il marchio “Quaderni di Cinemasud” per le edizioni Mephite.
“Il rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema – spiegano i due curatori – è affascinante e complesso. E non può essere ridotto alla presenza nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come accade per Elvis, Beatles, Rolling Stones, Dylan o Bowie. Il caso di Springsteen è diverso, persino unico, per la profonda influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”; ma anche per come egli stesso ha ispirato tanti film e cineasti con “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione: si è di fronte, dunque, a una relazione fortemente empatica e assolutamente paritaria, fatta di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano”.
La rassegna si aprirà mercoledì 30, alle ore 16, con la presentazione del volume “Il cinema secondo Springsteen”, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito. Alle 18, sarà proiettato il film “Thunder Road” (“Il contrabbandiere”), diretto da Arthur Ripley nel 1958 e interpretato da Robert Mitchum: si tratta del road movie noir che ha ispirato direttamente il titolo di una tra le canzoni più famose del rocker del New Jersey.
Giovedì 31, alle ore 16, proiezione del classico di John Ford “The Grapes of Wrath” (“Furore”, 1940), tratto dal romanzo di John Steinbeck e ripreso più volte da Springsteen nel corso della carriera, fino a quell’autentico sequel che è “The Ghost of Tom Joad”. Alle ore 18, quindi, toccherà a “Badlands” (“La rabbia giovane”, 1973) di Terrence Malick, fonte d’ispirazione per il titolo del brano omonimo incluso nell’album “Darkness on the Edge of Town” e per la title track di “Nebraska”.
La giornata conclusiva di venerdì 1 giugno proporrà, alle ore 16, un altro capolavoro (stavolta western) di John Ford, “The Searchers” (“Sentieri selvaggi”, 1956), film amatissimo da Springsteen. Alle 18, infine, chiusura affidata a “The Indian Runner” (“Lupo solitario”, 1991), esordio alla regia di Sean Penn, che riprende la trama del brano “Highway Patrolman” inserito nell’album “Nebraska”.
Nei giorni e negli orari della manifestazione, infine, sarà possibile visitare la mostra di locandine e manifesti springsteeniani “Like a Vision”, curata dall’associazione Pink Cadillac.


PROGRAMMA

Mercoledì 30 maggio
Ore 16.00: Presentazione del libro Il cinema secondo Springsteen, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, Quaderni di Cinemasud.
Ore 18.00: Proiezione del film Thunder Road (Il contrabbandiere); regia di Arthur Ripley (Usa, 1958), con Robert Mitchum, Keely Smith, James Mitchum, Sandra Knight (durata: 92 min.).
Giovedì 31 maggio
Ore 16.00: Proiezione del film The Grapes of Wrath (Furore); regia di John Ford (Usa, 1940), con Henry Fonda, Jane Darwell, John Carradine, Charley Grapewin (durata: 119 min.).
Ore 18.00: Proiezione del film Badlands (La rabbia giovane); regia di Terrence Malick (Usa, 1973), con Martin Sheen, Sissy Spacek, Warren Oates, Ramon Bieri (durata: 93 min.).
Venerdì 1 giugno
Ore 16.00: Proiezione del film The Searchers (Sentieri selvaggi); regia di John Ford (Usa, 1956), con John Wayne, Jeffrey Hunter, Vera Miles, Ward Bond (durata: 119 min.).
Ore 18.00: Proiezione del film The Indian Runner (Lupo solitario); regia di Sean Penn (Usa, 1991), con Viggo Mortensen, Dave Morse, Valeria Golino, Patricia Arquette (durata: 127 min.).
Nei giorni e negli orari della manifestazione è possibile visitare, nelle sale antistanti la FilmZone del PAN, la mostra di locandine e manifesti springsteeniani Like a Vision, curata dall’associazione Pink Cadillac.


Info: Pigrecoemme – www.pigrecoemme.com, 081/5635188
Facebook: www.facebook.com/cinespringsteen
Blog: rockaroundthescreen.blogspot.it

mercoledì 28 marzo 2012

SECONDO APPUNTAMENTO CON "ROCK AROUND THE SCREEN"

Dopo una settimana di pausa, riprende domani, giovedì 29 marzo, nella rinnovata sala proiezioni del Pan - Palazzo delle arti di Napoli (via dei Mille, 60), la programmazione di Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, la rassegna cinematografica a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito dedicata agli affascinanti intrecci tra gli universi del cinema e del rock.
Il ciclo di rock movies, inserito nell'ambito della manifestazione Filmzone - Storia permanente del cinema, si ricollega idealmente ai temi analizzati all'interno dell'omonimo volume curato da Del Pozzo ed Esposito e pubblicato l'anno scorso da Liguori.Per il suo secondo appuntamento, Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop propone i seguenti film: Ore 15 - il travolgente Chuck Berry - Hail! Hail! Rock n' Roll! (1987) di Taylor Hackford (120 min.); Ore 17 - il nostalgico e divertente ritratto d'epoca Quasi famosi - Almost Famous (2000) di Cameron Crowe (119 min.); Ore 19 - il capolavoro del genere rockumentary Gimme Shelter (1970) di Albert e David Maysles e Charlotte Zweryn, con i Rolling Stones al loro meglio (nella foto), immortalati durante il tragico concerto dello Altamont Speedway (91 min.).
Tutti i film sono proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano. L'ingresso è gratuito.
Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop proseguirà giovedì 5 e giovedì 12 aprile, sempre dalle ore 15 e sempre con tre film alla volta.
Filmzone - Storia permanente del cinema è promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e organizzata dalla Mediateca Santa Sofia, dalla Scuola di cinema Pigrecoemme e da Marcello Sannino.
Fonte: Ansa.

mercoledì 14 marzo 2012

DA DOMANI, AL PAN, STORIE DI CINEMA E ROCK...

Le mille sfaccettature del rapporto tra cinema e rock saranno declinate a partire da domani pomeriggio durante la rassegna cinematografica “Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop”, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito.
Il ciclo di rock movies, programmato nell’ambito della manifestazione “Filmzone – Storia permanente del cinema” in corso di svolgimento nella rinnovata sala proiezioni del Pan – Palazzo delle arti di Napoli (via dei Mille, 60), si ricollega idealmente ai temi analizzati all’interno dell’omonimo volume curato da Del Pozzo ed Esposito e pubblicato l’anno scorso da Liguori.
Si parte alle ore 15 con “Walk the Line – Quando l’amore brucia l’anima”, diretto nel 2005 da James Mangold e interpretato da Joaquin Phoenix nei panni del “man in black” Johnny Cash (nella foto, qui a sinistra). Alle 17.15, i due curatori presenteranno la rassegna e poi daranno spazio ad altri due film: il beatlesiano “A Hard Day’s Night – Tutti per uno” di Richard Lester (1964) e, alle 19, lo scoppiettante “I Love Radio Rock” di Richard Curtis (2009).
Dopo una settimana di pausa, la rassegna proseguirà per altri tre giovedì consecutivi, al ritmo di tre film ogni volta. Il 29 marzo, alle 15, si vedrà “Chuck Berry – Hail! Hail! Rock n’ Roll!” di Taylor Hackford (1987); alle 17, “Quasi famosi – Almost Famous” di Cameron Crowe (2000); alle 19, lo straordinario rockumentary con i Rolling Stones “Gimme Shelter” di Albert e David Maysles con Charlotte Zweryn (1970).
Poi, il 5 aprile, alle 15, toccherà a “Io non sono qui” di Todd Haynes (2007); alle 17.20, alla rock opera degli Who “Tommy” diretta da Ken Russell nel 1975; alle 19.10, a “Pink Floyd – The Wall” di Alan Parker (1982). Infine, giovedì 12 aprile, alle 15, sarà proiettato “Joe Strummer – Il futuro non è scritto” di Julien Temple (2007); alle 17, “It Might Get Loud” di Davis Guggenheim (2008); alle 19, lo springsteeniano “Wings for Wheels: The Making of Born to Run” di Thom Zimny (2005).
Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano. L’ingresso è gratuito.
“Filmzone – Storia permanente del cinema” è organizzata dalla Mediateca Santa Sofia del Comune di Napoli, in collaborazione con la Scuola di cinema Pigrecoemme.